lunedì 28 gennaio 2013

Il politico come allegoria

Mi passava per la testa il concetto di "politico". Ma cos'è il politico?
Come molti sanno deriva dal greco Polis, cioè città. Politico è colui che si occupa della città.
Ma questo è ancora vero? 
Mi piacerebbe fare chiarezza su questo tema perché vedo molta confusione, soprattutto tra la gente che poco si informa e tende ad assopirsi sino al giorno delle elezioni in cui si ritrovano in mano un foglio, che il più delle volte non riescono a ripiegare correttamente, ed una matita, con la quale dovranno mettere una semplice croce che però potrà cambiare il destino di uno Stato intero. 
Non tutti se ne rendono conto.
Premetto che una democrazia funzionante si basa sull'informazione dei cittadini e sulla libera scelta che essi attuano in tutela del propri inalienabili diritti.
Ma ora proviamo per un attimo a chiudere gli occhi e dimenticare quello che oggi intendiamo per politica e politico. Facciamo come se fossero due parole nuove nel nostro vocabolario, e vogliamo andare a coglierne il significato preciso.
Se il politico è colui che si occupa della polis, sicuramente vivrà all'interno della polis stessa. Altrettanto certamente girerà per i mercati e per gli uffici pubblici, saluterà cittadini, avrà discussioni con essi. 
Ci si potrebbe chiedere: "che tipo di retribuzione può avere un politico?". Fare il politico è senza ombra di dubbio una carica importante, motivo di orgoglio per una persona. Se capita che la retribuzione di un buon politico sia superiore alla media dei lavoratori dipendenti, non ci si dovrebbe scandalizzare. Bisognerebbe piuttosto gridare scandalo per tutto il corredo di privilegi che è intrinseco a questa carica istituzionale. Il politico, come qualsiasi altro tipo di lavoratore, se vuole usufruire di privilegi, potrà ovviamente acquisirli, ma a proprie spese. Non si è mai visto che ad un normale lavoratore dipendente vengano pagati voli in prima classe, iPad, vestiti, grandi cene ed eventi. Infatti il politico è un lavoro normale, con unica eccezione una straordinaria responsabilità agli atti che produce, dato che cura gli interessi dello Stato ed è sotto i riflettori quasi 24 ore su 24.
Ci si potrebbe anche chiedere: "si può fare il politico per sempre?". Non vedo perché no. Come già detto, il politico è un lavoro come un altro. E come ogni lavoro il posto non è assicurato. Esso infatti viene assicurato dai cittadini elettori che, attraverso la democrazia espressa con il voto, sceglie chi "tenere" e chi, utilizziamo termini moderni, "rottamare".
Vediamola così. Una grande azienda, di nome "Stato", ha come dirigenti la famiglia "Cittadini". Questa famiglia elegge, attraverso la propria assemblea degli azionisti (è fondamentale specificare che essi siano suddivisi in quote pari), il proprio amministratore delegato di nome "Politici". La famiglia si riserva di poter dare fiducia o sfiducia al proprio amministratore delegato nel corso degli anni di contratto. L'A.D dovrà fare gli interessi della famiglia stessa per poter continuare a svolgere il proprio compito all'interno della suddetta azienda. 
I problemi giungono quando l'amministratore delegato inadempiente vede del margine per fare i propri interessi a discapito dell'azienda o anche soltanto in favore proprio. In quel momento viene a cadere l'accordo tra le due parti per portare a compimento dei fini aziendali preposti al momento della sigla del contratto che avrebbe legato l'amministratore all'azienda.
I problemi potrebbero pure non esserci naturalmente. A quel punto sarà l'amministratore a decidere se rimanere per sempre oppure cambiare lavoro e quindi favorire il ricambio generazionale.
Di alcuni tipi di azienda mi piace molto il modo di vincolare il proprio General Manager alla stessa in modo che se esso fa gli interessi dell'azienda fa automaticamente anche i suoi. Tutto ciò si fa attraverso l'istituzione di bonus o premi per raggiungimenti di obiettivi prefissati concordati tra le parti. In alternativa il manager può essere pagato parzialmente con normale salario e il rimanente con pacchetti azionari dell'azienda. Questo metodo previene la negligenza del cattivo manager che viene scoraggiato dalle condizioni poste dall'azienda stessa. Le piccole e medie imprese italiane hanno molto da insegnarci.
Dunque, ragionando su questa lunghissima allegoria cosa viene fuori?
Io penso una sola: il politico è al servizio dello Stato per conto del cittadino.
"Cosa occorre per poter fare il politico?". Non ci sono a mio avviso facoltà o particolari corsi per preparare i futuri politici. Come possiamo vedere i problemi di una società così complicata non li sanno risolvere né le persone normali né i così detti Professori. Senza dubbio il punto di partenza per essere buoni politici è uno: l'amore per la propria terra prima di tutto. Null'altro.

L.M.

Un novellino

Ciao a tutti, mi presento: mi chiamo Luca e sono di Milano.
Io sono nuovo sui blog, è una nuova esperienza che voglio provare ad intraprendere.
A me dicono tutti di essere bravo a scrivere, poi giudicate voi.
Oltretutto ho due grandi interessi, l'arte e la politica. Per il resto sono un ragazzo come tanti.

L.M.